… e ultima, anche nelle vendite, quella che una volta era la Regina e oggi è una Cenerentola di lusso: la Stilografica”.

Così nel 1985 Enrico Castruccio, autore del primo libro in Italia dedicato interamente alla “PENNA – Storia, Tecnica e passione di penne e pennini”, si riferiva a una delle 4 tipologie fondamentali di strumenti di scrittura. Completavano il gruppo quelle che, a onore di metafora, potremmo ingiustamente chiamare matrigna e sorellastre:

 

La biro è lo strumento di scrittura usa&getta per eccellenza, probabilmente il più comune. Costa poco, si può comprare ovunque, quando non funziona più, semplicemente si sostituisce. Le penne a sfera sono in ogni ufficio, banco o scrivania, spesso ci rimangono attaccate alle dita, le prendiamo, le lasciamo, le perdiamo, le regaliamo, difficilmente ci provocano un’emozione.

Di poco superiore è la considerazione che riserviamo a fineliner e roller, forse in virtù del maggior valore o più probabilmente perché rappresentano un modo di scrivere un po’ più ricercato.

Eppure una differenza sostanziale c’è e non ha niente a che vedere con l’aspetto più o meno standardizzato, il valore commerciale, l’intercambiabilità. Ciò che ci induce a scegliere l’uno o l’altro è il loro diverso modo di scrivere e il rapporto che si crea fra il nostro personalissimo modo di scrivere e l’unicità di ogni singolo strumento di scrittura, biro-fineliner-roller o stilografica che sia.

Con i primi non serve imparare a scrivere. L’impugnatura non ha particolare importanza purché non si tengano troppo inclinati, ma spesso anziché scrivere, ci limitiamo a graffiare il foglio, producendo geroglifici incomprensibili per chi ci legge.

 

Usare la stilografica invece non è solo lasciarsi affascinare da uno strumento antico e spesso dimenticato, è l’inchiostro che prende forma sulla carta, che reagisce alla pressione o a una diversa inclinazione del pennino, conferendo caratteristiche uniche al nostro tratto. E’ la necessità, che con l’esercizio si trasforma in piacere, di scrivere con delicatezza, amore e attenzione, per ottenere una grafia più pulita, scorrevole, leggibile. E con la stilografica ogni modo di scrivere sarà naturalmente più delicato, amorevole attento.

Oggi si digita, si posta, si whatsappa; si scrive tanto ma i tempi e i modi dell’era digitale hanno cambiato l’essenza del nostro scrivere, che è sempre più immediato, sintetico, impulsivo. La scrittura a mano è per sua stessa natura più lenta, faticosa, deve essere pensata, richiede attenzione e concentrazione ed è sempre meno naturale. Anche a scuola avere una bella calligrafia non è più così importante. Forse ci siamo fatti prendere dall’idea di lasciare i bambini più liberi di esprimersi, di dare maggior spazio alla creatività, ma siamo certi che facile e spontaneo sia necessariamente sinonimo di migliore? A volte ai nostri studenti si perdona l’errore di ortografia, uno scivolone lessicale, figuriamoci quale peso può avere una bella o brutta calligrafia.

Perché allora non ricominciare da subito, dalle elementari, a imparare una buona scrittura?

E perché non farlo tornando alla stilografica?

I bimbi impareranno l’importanza di una corretta impugnatura, si eserciteranno a conoscere la sensibilità della penna, a dare importanza all’inclinazione e valore alla forma delle lettere che si appoggiano sulla carta. Quando tutto questo diventerà naturale, quasi fosse ormai parte di loro, non importa come e con che cosa scriveranno, la loro capacità di scrivere sarà salva e sono certo che la stilografica continuerà a far parte delle cose bella della loro vita.

Non sto cercando di convincervi ad usare sempre una stilografica, ci sono momenti, situazioni e occasioni che non ci permettono di usare questa delicatezza e ricercatezza.

Io stesso nel posto di lavoro non la posso usare: quasi mai sono a scrivere nello stesso posto, la necessità di uno strumento pronto e sbattuto sul bancone appena usato mi limita notevolmente, però…

…. Però se voglio qualcosa di particolare, se non voglio scarabocchiare qualcosa in fretta, se voglio rendere leggibile quello che scrivo, uso una stilografica.

Quindi possiamo migliorare la nostra scrittura, possiamo esprimere meglio le nostre sensazioni-

Possiamo anche farlo diventare un hobby: collezionarle, cercarle nei cassetti dei nonni e delle nonne,  studiarle, capire come funzionano, restaurarle.

Proviamo!